La prima molla d'acciaio montata su un veicolo fu una singola lastra piana installata su carri da parte dei francesi nel XVIII secolo.
La famosissima foglia a balestra, o molla ellitica, che alcuni costruttori usano ancora oggi nelle sospensioni posteriori, fu inventata da Obadiah Elliot(1763 - 13 Gennaio 1838) inventore britannico di Plaistow, nel Kent, Londra, che la brevettò nel 1804. Impilò semplicemente una lastra d'acciaio sopra l'altra, le fissò insieme e incatenò ciascuna estremità ad una carrozza. La sua invenzione fu un importante passo avanti nella progettazione del carro e ispirò un boom nella costruzione e nella vendita di vagoni privati leggeri.
Di conseguenza ci furono maggiori investimenti nelle strade, e nei loro manti, portando alla formazione di una vera rete nazionale che, fino al XIX sec., era formata da strade accidentate o resti di strade romane.
L'invenzione di Elliott ha assicurato la stabilità e il miglior comfort del viaggio in carrozza, diventando sicuro e con una guida più fluida.
Elliott morì a Plaistow nel 1868 all'età di 75 anni e fu sepolto con altri membri della sua famiglia a St Georges Church, Beckenham, nel Kent. Si era sposato due volte e aveva dodici figli. Alla sua morte la sua tenuta comprendeva almeno cinque grandi case, due officine di carrozze e una metà della prosperosa ditta di trasporti di Westminster di Elliott e Holbrook.
Riguardo al
brevetto assegnato, nello specifico, l'inventore fu Dante Giacosa.
Nato a Roma il 3
gennaio 1905 e deceduto a Torino il 31 maro 1996 , è stato un
ingegnere e designer italiano, considerato uno dei maestri della scuola
motoristica italiani.
Di famiglia
cuneense originaria di Neive, nacque a Roma dove il padre Costantino,
maresciallo dei carabinieri prestava servizio in quel periodo.
Attese agli studi classici, che lasciarono un'impronta indelebile nel suo stile
culturale e progettistico; conoscere la lingua latina e la greca gli diede
«un senso di misura ed equilibrio senza il quale non avrei potuto svolgere il
mio lavoro».
Nel 1927, a soli 22
anni, si laureò in ingegneria meccanica presso il Politecnico
di Torino e subito rispose ad una inserzione diffusa dalla SPA per
l'assunzione di un disegnatore tecnico. Inizialmente scartato al colloquio,
venne assunto qualche settimana più tardi dietro segnalazione di Vittorio
Valletta, conoscente della famiglia. Dopo aver trascorso mesi a ripassare
lucidi, senza avere alcun incarico concettuale, nel 1928 Giacosa decise di
eseguire autonomamente alcuni progetti di piccole modifiche e migliorie,
sottoponendoli alla direzione tecnica della SPA ed ottenendone
considerazione e compiti di maggiore responsabilità..
Nel
1929 l'ufficio progettazione della SPA, da tempo acquisita dalla
FIAT, venne trasferito al Lingotto e Giacosa fu assegnato al reparto
Pavesi, nel gruppo che seguiva l'evoluzione del modello "P4". L'anno
successivo fu aggregato al reparto motori automobili della FIAT.
Presso le varie
ramificazione dell' azienda automobilistica torinese svolgerà tutta la sua
lunga e feconda carriera ascendendo dal primo incarico di disegnatore
progettista, per il quale fu assunto con lo stipendio di 600 lire mensili,
sino ai massimi livelli dirigenziali. Già nel 1933 venne promosso capo
dell'ufficio tecnico vetture, nel 1955 capo della direzione superiore
tecnica degli autoveicoli, nel 1966 direttore di divisione e membro del
consiglio direttivo dell'azienda.
Il primo periodo
della sua carriera, dal 1928 al 1946, fu per lui una sorta di
apprendistato sebbene ricoprisse già incarichi di prestigio; in questi diciotto
anni completò la sua formazione di progettista e acquisì vasta esperienza. Il
secondo periodo, dal 1946 al 1970, anno nel quale si dimise con
discrezione e profondo senso dell'equilibrio per raggiunti limiti di età, lo
vide responsabile della progettazione in numerosi settori dell'azienda; durante
questi ventiquattro anni fu attivo in ogni branca della progettazione
motoristica, dal settore autovetture a quello aeronautico a quello
marino a quello dei grandi motori per impieghi industriali ed energetici a
quello dei veicoli militari e speciali. A volte si occupò non solo dell'aspetto
motoristico ma anche del disegno generale delle vetture, come nel caso della
Nuova 500 del 1957 che è rimasto forse il più famoso della sua
carriera e per cui nel 1959 gli fu conferito il Premio compasso d'oro.
Anche il Centro Stile Fiat fu sempre sotto la sua guida.
Il 29 gennaio
1970 la FIAT annunciò la sua nomina a consulente della presidenza e della
direzione generale e a rappresentante della società presso enti nazionali ed
internazionali. Poco dopo si dimise per raggiunti limite di età e si dedicò a
consulenze e alla scrittura di vari libri di memorie. Il gesto appartiene in
tutto al suo stile sobrio e discreto. La FIAT in quell'occasione lo ricordò con
queste parole: "Validissimo contributo, alta competenza, geniale
capacità".
Il 31 marzo
1996 morì a Torino , a 91 anni di età. È sepolto nel cimitero di
Neive.
Sebbene svolse la
carriera quasi interamente all'interno della FIAT, ricoprì anche diversi ruoli
esterni e scrisse parecchi libri sia tecnici sia di memorie. Tra i più
noti in Italia e nel mondo è
"Motori endotermici", un trattato completo ed esaustivo sulla
progettazione e il funzionamento dei motori a combustione interna di ogni
tipo e dimensione, adottato come libro di testo per numerosi corsi
universitari. Dal 1947 al 1966 fu professore al Politecnico di Torino
per il corso di costruzione di motori. Tra le numerose cariche che ricoprì
ricordiamo: presidente CUNA (Commissione Unificazione e
Normalizzazione Autoveicoli), presidente generale ATA (associazione
tecnica dell'automobile), presidente della Fisita(fédération
internationale des sociétés des ingénieurs des techniques de l'automobile),
membro SAE (society of automotive engineers, USA), membro dell'Institution
of Mechanical Engineers britannica.
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