martedì 12 giugno 2018

STEP #9 - Le imprese: analizzare le imprese assegnatarie dell'invenzione e farne la storia.





La ricerca di analisi delle imprese assegnatarie dell’invenzione, riguardanti la sospensione a balestra meccanica inventata da Elliot, non hanno portato approfondimenti sperati, ho virato la ricerca sull’ ideatore del brevetto, Dante Giacosa, e pertanto la ricerca si è catapultata sull’imprese assegnatrice con cui Giacosa ha lavorato per tutta la vita, la Fiat. Di seguito la breve storia della casa automobilistica di Torino.
Fiat, ovvero fabbrica italiana automobili Torino, è una società che è stata costituita nel 1899 per iniziativa di alcuni esponenti della borghesia torinese (tra cui Giovanni Agnelli, Ludovico Scarfiotti, Roberto Biscaretti di Ruffia, Alfonso Ferrero di Ventimiglia, Cesare Goria Gatti ed Emanuele di Bricherasio).
Le vetture Fiat seppero imporsi subito non solo sul mercato italiano, ma anche su quello internazionale, mentre il marchio Fiat si affermava nelle competizioni automobilistiche.
Dopo aver intrapreso la produzione di autocarri e mezzi marini anche la costruzione di motori avio e di autobus fecero parte delle attività Fiat.
Con la prima crisi del settore,  nel 1907, la Fiat passò sotto la guida di Giovanni Agnelli.
Nel 1912, egli decise di concentrare la produzione nel campo delle vetture di massa . 
Con la guerra in Libia e la Prima Guerra Mondiale lo sviluppo della Fiat fu assicurato dalle commesse militari.
Nel 1919-1920, denominato “biennio rosso”, la Fiat fu il centro propulsore dello scontro sociale e politico che portò all’occupazione delle fabbriche.
Nel 1923 si inaugurò lo stabilimento del Lingotto e, con la Balilla 508, la Fiat imboccò la strategia della vettura utilitaria, confermata nel lancio della 500 nel 1936.
Nel 1939 fu inaugurato lo stabilimento di Mirafiori con l’obiettivo di incrementare la produzione puntando su modelli di piccola cilindrata, alla portata di tutti.
Sotto la direzione di Valletta, nel 1954 la Fiat presentò la 600, auto costruita in quasi 1 milione di esemplari, e nel 1957 la nuova 500, anch’essa destinata alla motorizzazione di massa.
Gli anni ’50, caratterizzati da una forte repressione anticomunista, iniziavano con l’entrata in produzione della 1400, prima auto italiana disponibile in versione diesel.
Presente con propri stabilimenti in numerosi paesi esteri, la Fiat, presieduta nel 1966 da Gianni Agnelli, nipote del fondatore, realizzò anche diversi impianti nell’Italia meridionale, assumendo progressivamente altre case automobilistiche italiane.
La crisi a cavallo degli anni ’60 e ’70, sollevò pesanti interrogativi sul futuro dell’automobile. Ad aggravare ulteriormente gli effetti di questi fenomeni si aggiunse l’alto prezzo di sangue che la Fiat pagò al terrorismo.
Emersero altre incertezze strategiche, superate negli anni ’80 con il rapido rinnovo dei modelli (Panda, Uno, Regata, ecc.). In particolare la Uno contraddistinse positivamente la gestione del manager Ghidella che contribuì alla ricollocazione della Fiat tra i grandi dell’auto. Il resto lo fecero l’adozione di profondi cambiamenti tecnologici e il nuovo clima di relazioni industriali, seguito allo scontro tra l’azienda e il sindacato che culminò nel licenziamento di 61 dipendenti e nella vertenza dell’autunno 1980: un confronto aspro durato 35 giorni con blocchi di fabbrica e manifestazioni.
L’internazionalizzazione della società, già presente negli anni ’70, venne ripresa nel decennio successivo con l’acquisizione dell’Alfa Romeo.

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